Grazie per avermi accolto in questa Roma del Ventunesimo secolo, un posto che non ho avuto il piacere di visitare prima d’ora, sebbene l’abbia visitato un tempo, nelle spoglie di un uomo più giovane, in una delle sue innumerevoli versioni precedenti. Roma: un insediamento umano antico e al contempo infinitamente contemporaneo.
E sappiamo come utilizziamo la storia di Roma, o di qualsiasi altro posto: ci serve a distinguerci da ogni altra specie di questo pianeta.
Il tempo si muove in una direzione, la memoria in un’altra, e noi siamo impegnati a costruire artefatti per contrapporci all’inarrestabile flusso dell’oblio. In realtà, ci contrapponiamo al flusso del silenzio. Erigiamo pietre: le pietre parlano, anche dopo tutti questi secoli. Contro la pressione del silenzio, dell’oblio, contro l’assenza di memoria, schieriamo vari tipi di principi di informazione.
I primi elementi di informazione, forse, erano pezzetti di argilla color ocra, il bisonte riprodotto nella risoluzione minima necessaria. La stilizzazione dei graffiti delle caverne non ha perso minimamente la sua efficacia, neanche dopo tutti questi millenni, di quale schermo del mondo odierno potremo dire la stessa cosa nel giro di un decennio?
E quei bisonti saranno riconoscibili, inalterati, su qualsiasi piattaforma, qualsiasi mezzo d’informazione dovessimo possedere. Riecheggianti contro il silenzio, emersi dall’oscurità primigenia grazie a un impulso che ciascuno di noi ha provato, da bambino, disegnando. Riecheggianti in questa cosa che abbiamo sempre prodotto, questo immenso e incredibile meccanismo che conserva l’informazione nei suoi interstizi, una memoria globale, comunitaria, una nostra protesi a cui abbiamo iniziato a lavorare ancor prima di lavorare sul legno, sulla pietra, sull’acciaio o sui materiali genetici.
Non ho il minimo dubbio che durante la mia vita questo meccanismo sia cresciuto in modo più strisciante, più potente, pressoché onnicomprensivo. Lo so perché quando ero un bambino il flusso dell’oblio e l’eventualità del silenzio erano ostacolati con minore precisione.
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